Waleed Al-Husseini è un giovane palestinese. Racconta il suo ateismo su internet e critica l’islam. Ma un giorno viene scoperto, e finisce in carcere per vilipendio della religione di Stato. Subisce torture fisiche e psicologiche. Quando finalmente viene liberato, è costretto ad andarsene e deve trovare rifugio in Francia.
Blasfemo! racconta la sua vicenda. Ma racconta anche come si diventa atei in Cisgiordania, e come sia difficile (impossibile?) dirlo pubblicamente senza rischiare di essere accusati di blasfemia, con le inevitabili conseguenze penali.
Un libro autobiografico che testimonia come la libertà di coscienza e di espressione siano a rischio anche in un paese che riscuote la simpatia di tanti occidentali. Nello stesso tempo, mostra però come nel mondo arabo stia emergendo una nuova generazione che vuol mettere in discussione lo strapotere dell’islam. In nome della libertà e della laicità.
WALEED AL-HUSSEINI è un attivista ateo nato nel 1989 a Qalqilya, in Cisgiordania. Viene arrestato nel 2010 dall’Autorità nazionale palestinese per articoli critici verso l’islam pubblicati su internet. Rilasciato nel 2011, ripara in Francia dove ottiene l’anno successivo lo status di rifugiato politico. Nel 2013 è tra i fondatori del Conseil des ex-musulmans de France (CEMF), gruppo laico che dà voce agli apostati dell’islam.
- Presentazione del libro «Blasfemo! Le prigioni di Allah» di Waleed Al-Husseini - Radio Radicale
- Blasfemo! Le prigioni di Allah - Adista
- Elogio della blasfemia, simbolo scalfito dell’autentica libertà di espressione - Matteo Gemolo, «Gli stati generali»
- Liberarsi dalla trappola della religione - Simona Maggiorelli, «Left»